Il successo di un’azienda, oggi, è determinato non solo dalla qualità dei prodotti e dei servizi offerti o dall’assistenza clienti; spesso, infatti, le persone giudicano l’attività in base al primo impatto con il sito web. Se questo è positivo, allora ci sono buone probabilità che l’utente sia più portato ad effettuare acquisti, pertanto deve essere pulito, facilmente navigabile, ordinato e accattivante. Il problema, però, risiede ancor più alla base di tale processo, perché le persone sono più propense ad abbandonare la ricerca nel caso non riescano a trovare le informazioni necessarie o, ancor peggio, nel caso in cui non riescano a raggiungere il sito; questo, insomma, deve essere facilmente raggiungibile oltre che agevolmente consultabile.
Non è un caso che colossi come Amazon puntino estremamente di più sulla capacità di portare a termine un ordine con il minor numero di click possibile, introducendo funzioni che permettono di acquistare prodotti con un solo tocco, piuttosto che sul rinnovare l’interfaccia utente.
Le aziende che, conseguentemente, dispongono di un core business nel quale il sito web volge una funzione di fondamentale importanza, è tassativo che si rivolgano a un professionista del settore, a un esperto di SEO che riesca a valorizzare correttamente tutte le capacità digitali della stessa, aumentandone la visibilità e consentendo ai potenziali clienti di trovare una soluzione adeguata all’esigenza nel modo più diretto possibile.
Funzionamento dei motori di ricerca
Prima di poter descrivere dettagliatamente il ruolo di un esperto SEO al fine di comprendere al meglio tale strategia, è necessario fare una premessa.
Esistono diverse realtà quando si tratta di motori di ricerca, siti che, metaforicamente parlando, consentono all’utente di varcare la soglia verso la rete informatica più grande del mondo: Internet. Il loro scopo è di registrare e indicizzare tutti i domini presenti su tale network e renderli facilmente accessibili a tutti sfruttando la possibilità di eseguire ricerche mediante parole chiave. È inutile nascondere, tuttavia, che il servizio più usato sia quello messo a disposizione da Google che, da solo, detiene il 78% di tutte le richieste effettuate.
Ogni giorno, il colosso di Mountain View, negli Stati Uniti, deve essere in grado di sopportare 3,5 miliardi di ricerche. Significa una portata di 40 mila istanze ogni secondo, ovvero 1,2 trilioni ogni anno. Numeri talmente grandi da essere difficilmente immaginabili ma che hanno molto da dire sul comportamento degli utenti: quasi la totalità di loro, infatti, non consulta oltre la prima pagina di risultati dopo una ricerca. Il 91% per la precisione, mentre il 50% degli stessi si ferma ai primi tre esiti.
Appare chiaro, di conseguenza, come il trovarsi anche solo fra i primi risultati della seconda pagina di un motore di ricerca precluda quasi la totalità dei potenziali clienti.
Il compito dei motori di ricerca è quello di interpretare le parole digitate dagli utilizzatori e cercare di visualizzare una lista di risultati che meglio combacino con quanto specificato. Il problema, quindi, è capire come tali servizi siano in grado di effettuare gli abbinamenti. A tal proposito, Google search, come Yahoo! Search o Bing di Microsoft sfruttano dei robot virtuali, detti spider, con lo scopo di scansionare ogni sito presente in Internet. Dato il lavoro non indifferente di questi algoritmi, hanno risorse limitate e la loro capacità di ricavare informazioni utili da un sito è direttamente proporzionale alla sua ottimizzazione. Terminata l’operazione, invieranno i dati ricavati agli algoritmi di indicizzazione che decideranno in quale posizione visualizzare il sito nei risultati di una determinata ricerca. Maggiore è il numero di aggiornamenti effettuati al portale online, inoltre, maggiore sarà il numero di volte che i bot torneranno per una nuova lettura.
L’obiettivo, quindi, non è solamente quello di apparire nel podio di una ricerca specifica per l’azienda in questione, come il nome o un prodotto specifico della stessa, quanto più di trovarsi fra i primi risultati il maggior numero di volte possibile, ossia effettuando ricerche con parole chiave anche non direttamente connesse alla realtà aziendale.
La figura dell’esperto SEO
SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization e si riferisce a tutte quelle operazioni da attuare in un sito web, partendo dalla sua progettazione, fino alla programmazione e alla creazione dell’interfaccia in modo tale che risulti il maggior numero di volte possibile fra i primi risultati dei motori di ricerca. Per raggiungere un simile obiettivo è utile rivolgersi a un professionista che analizzi l’esigenza specifica dell’impresa e assista nel processo di creazione del sito web dalla sua concezione fino allo sbarco sulla nuvola digitale così da individuarne le criticità e, logicamente, risolverle.
In merito a quest’ultime, è possibile riassumerle in differenti punti, ognuno di enorme importanza per poter scalare i risultati dei motori di ricerca:
– Una fra le prime attenzioni nelle quali focalizzarsi è la struttura del sito o alberatura. Si immagini di entrare in una libreria e consultare un libro apparentemente interessante. Aprendolo, però, si scopre che sono assenti elementi essenziali come il riassunto, l’indice o la suddivisione in capitoli e paragrafi. Risulterà incredibilmente arduo capire come esso sia organizzato e, allo stesso modo, un sito web carente di categorie, sottocategorie, indici e menù sarà difficilmente scansionabile da un robot.
– Altro aspetto essenziale dell’ottimizzazione riguarda il Crawl Budget. Esso si suddivide in Crawl rate limit e Crawl demand. Il primo definisce il massimo numero di richieste che uno spider (o crawler, appunto), possa effettuare a un sito web per evitare sovraccarichi. Il secondo, invece, riguarda l’intenzione dei motori di ricerca di evitare “stalli” nelle ricerche, eseguendo scansioni ripetute nel tempo ad un sito web, in base alla sua popolarità e a quante volte esso venga aggiornato.
È imperativo, quindi, ottimizzare il sito perché questo sia veloce nel caricamento, organizzato e costantemente aggiornato così da favorire il più possibile i robot dei vari search engine.
– Un’ulteriore strada da poter intraprendere per l’ottimizzazione di un sito web riguarda i cosiddetti fattori on-page e off-page. Entrambi si riferiscono a tutto ciò che influenzi l’indicizzazione dei motori di ricerca riguardo il portale web; nel primo caso si ha a che fare con tutto ciò che interessi le modifiche apportabili direttamente alle pagine così da migliorarne accesso e caricamento, come scrivere correttamente il codice HTML, correggere tutti gli errori e verificare con tool appositi quanto i motori di ricerca considerino snello e adeguato sotto il punto di vista della programmazione il sito web.
Nel secondo caso, invece, si tratta di tutti gli elementi esterni e non direttamente controllabili che aiutino il sito a scalare le classifiche. Non sono noti gli algoritmi usati dai motori di ricerca per l’indicizzazione, ma sono in molti a sostenere che l’ottimizzazione off-page, da sola, influisca fino al 50% nella SEO. Essa fa riferimento, principalmente, ai collegamenti che puntano al sito web o a una delle sue pagine. Maggiore sarà il numero di URL verso il portale, maggiore sarà la qualità dello stesso secondo l’algoritmo di indicizzazione.
– Infine, non è da sottovalutare l’aspetto del caricamento del sito. Come citato precedentemente, una UI leggera e snella non è efficace solamente agli utenti ma viene molto apprezzata anche dai robot; vanno curati, quindi, aspetti come la programmazione, la correttezza e l’ordine del codice, l’uso di piattaforme e framework già rodati e consolidati nonché l’adozione di determinate tecniche di ottimizzazione per ridurre il peso delle immagini, ad esempio.
Conclusioni
Un’azienda il quale scopo sia di crescere ed evolvere nel tempo deve far fronte a determinate scelte e investimenti strategici; oggi, però, alcuni fattori sono di fondamentale importanza per il successo e uno di questi è da ritrovare proprio nell’ottimizzazione SEO.
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