Pablo Neruda diceva “Il bimbo che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che è in sé”.  Il pensiero porta a considerare il valore dei giocattoli.

Questi magici oggetti ci hanno accompagnato e ci hanno fatto diventare quello che siamo.


Sono poche poche ma non sono sufficienti in Italia le raccolte e collezioni di giocattoli. Alcune di esse hanno grande rilevanza per quantità, qualità e varietà degli oggetti conservati. 
Certo è che anche i giocattoli, quelli storici e legati alle tradizioni del territorio, sono della vita e della storia di un popolo.

Tutti rappresentano un patrimonio culturale da preservare e valorizzare tanto quanto i quadri, i palazzi storici e ogni opera d’arte.

L’esposizione a Mercanteinfiera, a Milano dal 2 al 10 marzo 2019 , di una selezione della raccolta di giocattoli di Giovanni Marangoni è occasione per dedicare qualche momento di attenzione a questa particolare forma di collezioni, con interesse anche a conoscere storia e carattere di chi le ha bambino costruito, conservando il cuore di per entrare nel fantastico e magico mondo dei balocchi

Gianni Marangoni è un modellista-stilista, fin da giovane impegnato nel mondo dell’abbigliamento femminile e sensibile nella sua attività lavorativa all’arte e alla creatività. Egli ha raccolto migliaia di pezzi, bambole, vestitini, cestini da lavoro, macchine per tessuti e necessario per ricamo, per poi appassionarsi a tutto ciò che può servire al primo lavoro dell’essere umano “IL GIOCO”.

Sono così entrati nella collezione anche i soldatini, i trenini e altri giocattoli di legno o di latta: giocattoli antichi dell’Ottocento e della prima metà del Novecento , fino agli anni sessanta perché la plastica non è infatti entrata nella sua raccolta.

La sua è una raccolta particolare perché la manualità derivante dal suo lavoro gli ha permesso di riparare e restaurare con cura oggetti altrimenti destinati alla discarica. In questo modo ha salvato momenti di memoria storica del vivere quotidiano.

Le tipologie declinate in tutte le forme possibili di rappresentazione della collezione vanno dalle bambole, al teatro, al modellismo, ai giochi di società . Nella sua collezione si possono trovare pezzi importanti: una casa di bambole ottocentesca con gli arredi in legno intarsiato, tutti fatti a mano, un’autorimessa di latta degli anni trenta, una stufa economica in ghisa con pentolini in rame dello stesso periodo, un piccolo ufficio postale in scatola, con timbri, francobolli, cartoline, e poi bambole Lenci, seggiolone in legno ed altro ancora.

Sono oggetti inanimati, ma attraverso le parole del racconto, ogni oggetto ha una sua storia da raccontare, un mondo ormai scomparso da Colle rappresentare: non c’è adulto che davanti ad un gioco che riconosce perché lo ha accompagnato nella sua giovinezza, non provi l’ emozione e, come in un grande schermo, non veda passare davanti ai suoi occhi le immagini di sé, della gente, della città e del mondo di allora.

Altrettanto interessante La Casa dei sogni a Verona . E’ la collezione Luciana GaspariMuseo del Giocattolo, mostra permanente del giocattolo antico in un rustico ristrutturato in collina sopra Verona, in zona Torricelle.

Per oltre vent’anni Luciana Gaspari, affermata professionista, ha raccolto giocattoli antichi di ogni tipo, di vari materiali e dimensioni, del periodo che va dalla fine del ‘700 alla metà del ‘900: bambole, cavalli, automobili, case di bambole e mobili, teatrini, burattini, marionette, trenini, giocattoli vari di latta, di legno, in ceramica.

Sono più una cosa di piccoli oggetti riuniti senza vera logica, stando attenti al gusto personale del collezionista che a criteri scientifici. Ma anche in questo sta il valore delle collezioni: aprire le porte al sogno per sé e per chi ha la fortuna di visitare il “museo”. (purtroppo praticamente introvabile la bella pubblicazione “La casa dei sogni – Museo del giocattolo edita nel 2006 da Titivillo Edizioni di Pisa).

Nel terreno boscoso, panoramico sulla città di Verona, che circonda la sede della collezione sono stati poi realizzati dei percorsi all’aperto, di favole e giochi del passato, ove far rivivere le magie atmosfere dei sogni infantili. Perché un giocattolo per un bambino non è mai solo un giocattolo: è materia viva, è anima… è quell’amico immaginario che ci accompagna alla scoperta di un altrove magico e incantato!

Per concludere, il pensiero va al capolavoro di Antonine de Saint-Exupèry, Il Piccolo Principe e sue parole “ Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano” . Allora ben ritirare collezioni come quelle di Marangoni e Gaspari, perché ricorda a ricordare. Non solo, ma aiuta anche a capire il senso della vita e il valore della felicità che è non preoccupa degli anni che passare ma continuare a sognare con gli occhi di un bambino

La magia sta negli occhi e nel cuore dei bambini, la semplicità e la fantasia di queste creature pure in mondi fiabeschi ed immaginariamente reali, è un privilegio che pochi adulti hanno mantenuto o deciso di riscoprire.

Che dire ad un bambino che parla del suo babbo dice “il papà mi regala due metri di risate”, oppure ad una bambina che parla con i suoi piccoli amici dice “mi tuffo nelle pozzanghere per nuotare nel cielo”?

Poche sono le parole che si possono esprimere, forse però la maggior parte di noi si ritrova a pensare “quanto vorrei tornare bambino”!

Semplice in molti casi non lo è, ma forse si può assaporare l’ebrezza e la spensieratezza di quegli istanti con qualcosa che ci accompagna e che possiamo tenere sempre al nostro fianco: una foto, un piccolo pupazzo a cui siamo legati, una maglia personalizzata con queste emozionanti frasi, o magari una tazza decorata a mano con che ricordano il magico mondo di disegni colori dipinto quando si è bambini.


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